Ha dunque ‘preso il largo’, ed è diventato fatto politico irreversibile il patto repubblicano chiesto da Mattarella e reso progetto politico dalla parola d’ordine di Draghi: rimettere in sicurezza il paese. La parte migliore dell’Italia si è gradualmente stretta vicino ai due Presidenti e nuove e gradite espressioni sono apparse sotto il cielo della politica: competenza, merito, professionalità. Ecco scendere in campo l’Esercito e poi la Protezione Civile largamente rinnovata e poi il mondo economico e le eccellenze culturali ed – incredibile a dirsi – anche i vertici della Unione Europea che alfine manifestano ampia fiducia all’Italia dandole credito. Arrivano così i primi sperati frutti: il PIL fa un balzo in avanti. I partiti, che pur dominano il Parlamento non paiono in grado, al momento, di proporre o costruire percorsi alternativi a quelli progettati dal Governo Draghi, come del resto la recente vicenda sulla riforma Cartabia ha dimostrato e confermato. Ma dopo trent’anni di sterile bipolarismo tutto questo era ampiamente prevedibile. L’Italia pur tra mille difficoltà ha ripreso lentamente a marciare.

Tutto bene dunque? Sì, se non fosse rimasto fuori dallo schema il problema di fondo che cacciato dalla porta è rientrato dalla finestra: quella che è stata chiamata la ‘questione cattolica’, questione divenuta bruciante nel drammatico e non concluso scontro parlamentare sulla legge Zan. E’ stato grazie al coraggio di un pugno di senatori sostenuti dalle settanta associazioni cattoliche tra cui Convergenza Cristiana che la deriva antropologica nihilista di quella legge si è potuta frenare e speriamo arrestare. Ma la legge Zan è solo la punta dell’iceberg. La questione cattolica ha ormai diviso in due l’intera Europa tra est e ovest con riflessi vistosi sinanco sulla unità del P.P.E. e proprio su temi decisivi quali sono aborto, famiglia ed LGBT. Insieme alla questione cattolica è naturalmente, rientrato dalla finestra il tema del partito cattolico. Non ‘è bisogno di scomodare monsieur Lapalisse per argomentarlo: la ‘questione cattolica’ per essere risolta esige e postula l’impegno decisivo e concreto dei cattolici, ovvero del Partito Cattolico. Solo coloro che si sono fermati al dibattito del secolo scorso se non proprio due secoli fa, sono riusciti a confondere il ‘partito cattolico’ che si va profilando nel nuovo che avanza, con il partito ‘clericale’, il partito di ‘Gedda’, il partito della ‘federazione Piana’, cioè il partito delle meritevoli associazioni postesi coraggiosamente a difesa di Pio IX. Tanto commovente quanto fuoriviante poi l’intransigente difesa che costoro fanno dello Stato liberale, della Costituzione Repubblica ed infine del metodo democratico. Tutte cose fuori questioni. Anzi, affiora l’argomento esattamente opposto. L’emergere della ‘questione cattolica’ coincide con il tema della difesa della libertà. Sono i cattolici oggi i garanti della libertà. Un qualche cosa di simile, mutatis mutandis, a quanto avvenuti agli inizi del secolo scorso quando i cattolici liberali scegliendo per il sostegno a Giolitti mandarono definitivamente in soffitto ogni tentazione Crispina venata da leggi pellousine o peggio da scorciatoie alla Bava Beccaris.

E taccio sulla destrutturazione sociale e comunitaria che arrecherebbe la legge Zan e l’imporsi del verbo LGTB alla famiglia fondata sull’unione tra uomo e donna. Un colpo di maglio finale da assestare ed imporre addirittura nelle scuole inferiori

La ‘ questione cattolica’ fa allora tornare di bruciante attualità l’ammonimento di Benedetto XVI nella intervista a Peter Seewald: ‘una società che volta le spalle a Dio perde di senso’. E questa è la vera posta della partita che si sta giocando per la costruzione della nuova Italia e della nuova Europa, quella che il Patto Repubblicano si è prefissato di edificare e che si sforza di realizzare. Lealmente Draghi interpretando alla lettera l’articolo 92 della Costituzione ha rimesso la questione della legge Zan al Parlamento invocando la laicità dello Stato che naturalmente nessuno mette in discussione. Ma questa posizione ha reso ancora più urgente la questione del ‘Partito Cattolico’ senza il quale in Parlamento non ci sarebbe quel riferimento necessario a tutelare le ragioni storiche del cattolicesimo sociale e politico ma anche e soprattutto a conservare il senso e la razionalità di una società che abbia cancellato dal suo orizzonte le primarie ragioni di Dio. Ragioni che vanno difese nella libertà dell’agone politico e nel rispetto delle maggioranze parlamentari. In altre parole che vanno difese ed imposte per la forza della loro razionalità derivata ed originata dalla forza della razionalità della creazione.

Diciamo le cose come stanno. Sono completamente fuori fase quanti agitandosi invocano con le braccia alzate “al centro” “al centro” o peggio cercano di darsi un immagine progressista dietro slogan di un secolo fa: “alternativi a destra”. Il centro oggi esiste ed è la intelligente mediazione complessiva messa in piedi da Draghi, che va sostenuta e ampliata. E va lealmente riconosciuto che sono stati proprio gli eroici deputati e senatori del blocco cattolico dispersi trasversalmente nel Parlamento, a fermare la deriva nihilista della Weltanschauung LGTB che si è tentato di imporre ‘manu militari’.

Comincia allora ad affacciarsi all’orizzonte un nuovo lessico per il cattolico che voglia impegnarsi in politica. Non sono rimaste vive solo le splendide parole di Paolo VI che ha definito la politica come la ‘più alta forma di carità’. E noi, come del resto i successori tutti di quel grande Pontefice, facciamo nostre quelle parole. Nei nuovi tempi che avanzano ed in una società che ‘ha voltato le spalle a Dio’ per i politici cattolici la politica finisce fatalmente ad assumere connotati e tratti impensabili solo qualche lustro fa: Sì la politica oggi si prospetta come la più ‘alta forma di Evangelizzazione’.

Invito tutti a rileggere il cap. 36 di L. G. e l’esortazione colà rivolto ai laici perché “anche consociando le forze, risanino le istituzioni e le condizioni del mondo”…. riconoscendo “ la natura profonda di tutta la creazione, il suo valore e la sua ordinazione alla lode di DIO” ( L.G. 36).

All’epoca alcuni si dolsero perché il Concilio non aveva speso una sola parola per condannare il marxismo leninismo e le sue incarnazioni storiche. Ma solo dopo trent’anni con la caduta del muro di Berlino quella esperienza storica si è dissolta nel nulla, tranne minime eccezioni. Altri si dolsero perché il Concilio non aveva speso parole chiare a favore dei partiti democratici cristiani. Ma anche per quella esperienza furono sufficienti solo trent’anni perché tutto si dissolvesse nel nulla, in Europa ma anche in America Latina, tranne minime eccezioni. Lo Spirito non certo umano, che aveva ispirato i Padri Conciliari aveva ben visto quale fosse il futuro della Chiesa e dei laici chiamati ad incarnarlo nell’agone politico. Il capitolo 36 della ‘Lumen Gentium’ disvela oggi la sua natura profetica straordinaria. Dopo 60 anni è ormai chiaro che è giunto il tempo del ‘partito cattolico’ nei termini e nei significati che abbiamo sempre proposto.

Convergenza Cristiana, che non è un partito ma solo una agenzia cattolica di servizio, ha deciso di fare la sua parte ed ha lanciato l’iniziativa della nascita di un “Laboratorio Cattolico”. Un centro di riferimento e di imputazione di interessi nel quale tutte le forze politiche che genuinamente si impegnino nell’agone politico ispirandosi ai valori ed alla tradizione del cattolicesimo politico e sociale, si incontrino, si confrontino e lavorino onestamente per la loro convergenza ed unità. Una camera di compensazione dove liberamente ognuno possa apportare il suo contributo e liberamente costruire il futuro che auspichiamo unitario.

Il paradigma storico è cambiato per i cattolici e con esso anche l’alfabeto politico. Occorre rendersene conto, ma di questo parleremo nei prossimi articoli.

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