Pubblichiamo ampi stralci del discorso tenuto dal Presidente di Convergenza Cristiana 3.0 avv. Emilio Persichetti al Convegno organizzato dal Senatore Carlo Giovanardi e da dieci associazioni cattoliche il giorno 17 Settembre a Curtatone.

“Questo nostro convegno si articola su una domanda semplice e chiara: “perché scegliamo il Partito Popolare Europeo”. Dobbiamo dunque dare una risposta semplice e chiara ed io aggiungo leale.

A maggior ragione lo deve fare una Associazione come “Convergenza Cristiana” che per libera scelta ha deciso di essere e di comportarsi non come partito, ma come “Agenzia di Servizi”. Un ‘think tank’ cattolico – per usare un termine ‘a la page’ – che ha come finalità quella della ricomposizione nell’unità del cattolicesimo sociale e politico e la fine della sua irrilevanza in Italia ma anche in Europa, e poi, attraverso l’apporto del cattolicesimo sociale e politico alla crescita del paese,  porre termine alla destrutturazione culturale, sociale economica e politica del “sistema Italia”.

Dunque è più che lecita la domanda: perché Convergenza Cristiana appare in prima linea oggi in una iniziativa chiaramente politica, addirittura elettorale?

La risposta che mi sento di dover dare in coscienza è molto semplice: perché il processo di scomposizione della presenza politica dei cattolici in Italia è giunta in questo 2022 alla sua naturale e definitiva conclusione e dunque è giunto il momento della ricomposizione.

Queste saranno le prime elezioni in cui le ultime fiammelle di ciò che residuava della D.C e dei suoi eredi si spegneranno. Rimangono le persone ed i testimoni e questo è bellissimo, ma rimarranno in una situazione di totale solitudine e dunque di subalternità ed irrilevanza che va superata.

Un irrilevanza non solo politico – parlamentare, ma sopratutto culturale. Ed alla fine è proprio questo che ha finito di consumare la scomposizione del cattolicesimo politico e sociale, lasciando rovine e macerie nelle quali le nostalgie si sommano alle speranze.

Sia chiaro, non dò colpe a nessuno. Ancora non è maturata una riflessione critica e storicamente validabile sulla fine della D.C., sulla sua genesi e sulle sue cause ultime. L’implosione su sé stesso di un partito che si frantuma e sparisce senza appello dall’oggi al domani pure avendo il 30% dei liberi consensi elettorali è un fatto che non ha precedenti storici di riferimento cui attingere e con cui confrontarsi.

Ed a riprova osservo che l’importante dibattito politico che si è acceso in queste settimane di campagna elettorale dopo gli interventi di Riccardi e Galli della Loggia è rimasto senza riscontri chiari e univoci al di fuori dell’intervento, come sempre lucido e lungimirante del Cardinal Parolin che desidero qui ringraziare per la sua esortazione al Tg 1 : “I cattolici, lo abbiamo già detto tante volte, devono tornare ad esprimere la loro posizione all’interno del dibattito politico”. Una splendida esortazione poi ripresa da grandi Vescovi come Monsignor Suetta, e che va esattamente nella direzione nella quale si è incamminata ‘Convergenza Cristiana’.

Questa considerazione ci introduce alla terza osservazione preliminare che voglio sinteticamente svolgere.

Quello che è mancato in questi ultimi trent’anni al nostro mondo è stata la percezione e la comprensione e dunque l’analisi  di quanto di nuovo andava maturando. Ad ovest caduto il muro qualcun ha pensato che la vittoria del capitalismo legittimasse il dominio economico spropositato degli ambienti che hanno dato vita al World Economic Forum ed alla Agenda NWO. Ed è la degenerazione calvinista di una economia governata da elites che ritengono che il ricco è amato da Dio mentre il povero ne è maledetto, motivo per il quale l’accumulo indiscriminato e senza limiti del ricco a danno degli altri poveri è legittimo doveroso.

Ad est invece è venuta progressivamente prendendo corpo un’altra degenerazione: quella di chi ritiene erroneamente che la presunta crisi morale e culturale dell’occidente debba essere superata da un nuovo ordine mondiale costruito sulla storia e sulla cultura della terza Roma, cioè su un impero neo Zarista, sorretto da una confessione ortodossa deviata e cesaro papista, dall’anima pan slava, nostalgica e dunque senza futuro. Ed è la crisi di oggi, quella della guerra di occupazione della Ukraina. Purtroppo non tutti i cattolici sembrano comprendere la gravità e l’enormità delle conseguenze che correrebbe l’Europa qualora la logica illiberale, aggressiva ed imperialista russa si affermasse. E ancora non è arrivata l’onda lunga di quanto andato in scena in questi giorni a Samarcanda: una nuova edizione dell’alleanza dei paesi non allineati che però si stanno gradualmente allineando dietro i sogni egemonici cinesi.

Dunque la scomposizione politica e culturale del cattolicesimo politico e sociale si è consumata per intero. E’ allora giunto il momento di procedere alla sua ricomposizione, proprio seguendo il metodo che ci ha insegnato Aldo Moro: scomporre per ricomporre.

La ricomposizione deve prendere l’abbrivio dalla scelta che oggi facciamo. Oggi in Italia deve prevalere il polo moderato ed al suo interno l’anima liberale ed autenticamente democratica rappresentata oggi dal Partito Popolare Europeo.

Occorre essere chiari. Il 26 Settembre nascerà in Italia un nuovo ed inedito partito conservatore che sarà chiamato alla responsabilità di governo.

E’ indispensabile che al suo interno esista un paolo cattolico, liberale, democratico, solidale ed europeista che lavorando all’interno di questa nuova realtà la tenga unita, la amalgami e la proietti verso il futuro dandogli quel supplemento d’anima che è essenziale ad ogni struttura sociale per vivere ed essere il punto di riferimento della maggioranza…..

Ho solo dieci minuti e dunque vado per titoli riservandomi eventualmente nei nostri futuri incontri di scendere nei dettagli e nei particolari di un analisi più ampia e definire il progetto nella sua complessità.

Il primo discrimen chiaro è proprio sul nomen, sull’aggettivo ‘cattolico’ che tante polemiche ha suscitato e che mi ha costretto a porre fine alla dolorosa esperienza di Politica Insieme. Cattolico non significa clericale o peggio asservito alla difesa di un’inesistente questione romana o più modernamente alla tutela degli interessi della Gerarchia, che poi non esistono. Cattolico oggi significa che il fondamento ideale politico unificante nella conduzione della cosa pubblica sta nell’idea di fondo che per i temi dell’aborto, della famiglia e del ‘gender’ non è possibile alcuna mediazione perchè questi sono veramente temi e problematiche non negoziabili. Sono temi cioè sui quali non è possibile alcun compromesso e tantomeno l’appello ad una questione di coscienza peraltro mal formata. O di quà o di là. E noi siamo di quà e dunque consideriamo preclusa ogni possibilità di sostegno – cattolici o meno che siano – a quanti vanno dietro a Letta ed ai suoi amici….

Il secondo discrimen è nell’aggettivo democratico. I nostri principi non vanno difesi e sostenuti con la spada e con il braccio secolare del Principe. Devono trovare accoglienza e tutela attraverso il voto. Attraverso un movimento politico autenticamente democratico perché totalmente rispettoso della persona……..

Ma anche un movimento liberale. Occorre recuperare il pragmatismo che fu proprio dei cattolici liberali dell’inizio del secolo scorso quando non esitarono a sostenere Giolitti per rilanciare e riunificare definitivamente il paese, impresa nella quale la destra storica non era compiutamente riuscita. Sono molte le analogie tra ieri ed oggi.

Un movimento dunque rispettoso delle libertà e della iniziativa economica frutto e conseguenza del rispetto profondo della dignità della persona umana e delle sua potenzialità e capacità di assoggettare il creato. Occorre liberare le amplissime risorse intellettuali e morali insite nel genio italiano e che hanno dato vita alle microimprese ed alla realtà manufatturiera ed agricola che sono la nostra ricchezza e che vanno difese e rafforzate..……

Il movimento cui occorre dar vita infatti è e deve essere certamente liberale, ma deve essere anche solidale. Un movimento nel quale la sussidiarietà dello Stato non sia una parola astratta ma al contrario una stella polare che guidi il sistema Italia. Dunque che contempli insieme al terzo settore anche elementi di economia mista.

Da ultimo europeista. Il Covid prima, la guerra in Ukraina poi ed oggi la tematica sul Price Cup del gas hanno gradualmente demolito per fatti concludenti la Europa dei trattati di Mastrich. E’ ora di ricomporre anche la nuova fisionomia dell’Europa che i padri fondatori vollero edificata sulle sue radici cristiane. Non ho tempo per sviluppare il tema ma non posso esimermi dal fare una seria autocritica ma non posso non rimarcare quanto la parte migliore dell’Intellighenzia cattolica ha finito per comprendere: è stata la divisione profonda tra il nord calvinista, il sud cattolico e l’est ortodosso a impedire la costruzione senza traumi di una vera Europa unita sui valori e federale nelle istituzioni giuridiche. E’ il tema caldissimo di questi giorni che ci sospinge sempre di più e sempre più profondamente verso l’idea di un Partito Popolare Europeo forte in Italia e forte in Europa, ma sospinto e alimentato dalla ricchezza inesauribile di un laicato cattolico maturo ed impegnato.

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