C’è  un prima e un dopo.

È sempre così

Nella storia individuale e in quella collettiva.

La vittoria elettorale del 1948, l’assassinio di Aldo Moro, l’inchiesta di Mani Pulite.

Ci sono momenti in cui le azioni concrete imprimono una svolta ai pensieri, alle intenzioni, alle speranze.

Ebbene l’approvazione con applausi del disegno di legge Zan è uno di quei momenti.

È uno di quei momenti perché la classe dirigente politica forza la vita collettiva verso una direzione che i governati non ritengono propria e mai hanno dato mandato per una cosa del genere.

Una sapiente e fortunata azione di lobbying che si è avvalsa del silenzio, talvolta calcolato, e della superficialità di molti ha portato ad un risultato davvero eccezionale.

Più che la sostanza colpisce l’applauso come se l’argomento e la sua declinazione normativa fossero stati per anni in cima ai pensieri del nostro popolo e finalmente si sia giunti ad un traguardo.

Ci sarà un passaggio al senato affinché ci si possa misurare con una legge ma il risultato c’è ed è sotto gli occhi di tutti, anzi nelle orecchie.

Nulla di male se una maggioranza ha approvato una legge che può piacere o no, succede tutti i giorni.

Quello che non succede tutti i giorni è che nei momenti elettorali si sollecita il voto dei cattolici ed una volta ottenuto si pratica un’arte di governo opposta ai valori dei cattolici.

Vale per tutti, per destra e sinistra.

Ora per la sinistra.

È evidente il fallimento del PD come sintesi di culture diverse, una evidenza che non può che decretare due cose.

La prima è l’inutilità del PD: la nascita del partito  era stata possibile proprio in funzione di una sintesi di culture e classi dirigenti popolari che non si è rivelata possibile o voluta fino in fondo.

La seconda è l’impossibilità concreta di qualsiasi dialogo con il PD nelle sue forme attuali o strettamente prossime almeno in relazione alle tornate elettorali che ci attendono.

Serietà vuole che ad ogni azione corrisponda una reazione uguale e contraria, se i cattolici non sono stati ascoltati si faranno ascoltare poi vedremo.

Certo per i cattolici la strada non è facile.

In sintesi oggi in Italia i cattolici  si trovano tra una sinistra lontana dal punto di vista valoriale, con tesi economiche condivisibili, con una collocazione geopolitica saldamente Occidentale ed una destra che si racconta disponibile a condividere i valori e le ragioni dei cattolici (non sempre ad esempio sulla prostituzione, la pena di morte, etc), assolutamente lontana da ogni razionalità economica, culturalmente anti occidentale fino a farsi interprete di interessi di paesi illiberali contrari al nostro attuale posizionamento geopolitico.

Allo stesso tempo l’autonomia non si riesce a concretizzare per via di un sistema elettorale maggioritario oltre che per la mancanza di leaders riconosciuti e riconoscibili e di interessi disposti a farsi rappresentati.

La difficoltà non deve però spingere all’inazione.

Ad ogni azione deve corrispondere una azione uguale e contraria.

Il PD ha fatto la sua.

Ora tocca ai cattolici.

 

MILANESI LUIGI

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