Colpisce molto la paradossale e felice coincidenza dell’importante carteggio tra l’amico Emilio Persichetti con Padre Giovanni Cavalcoli sul Movimento 5 Stelle e la pubblicazione da parte dell’Avvenire ( CLICCA QUA ) dell’intervento del prof. D’Agostino chiosato brillantemente dall’altro nostro amico, il giudice Carmelo Giraudo ( CLICCA QUA ) .
Paradossale perché del tutto casuale e felice e perché le riflessioni portate alla nostra attenzione arricchiscono e spiegano meglio la tesi e il progetto per cui è nata Convergenza cristiana 3.0. Quello sospinto dall’esigenza ed opportunità di lavorare per dare vita ad un nuovo soggetto politico di cattolici democratici, consapevoli delle loro responsabilità di liberi cittadini, intenzionati ad impegnarsi per il bene comune, alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.
Un impegno che non nasce certo con l’intenzione di offrire una presenza di parte, clericale e faziosa. Bensì, perché l’Italia e l’Europa hanno bisogno di riscoprire la necessità della ricomposizione di un assetto sociale letteralmente scompaginato senza essere stato sostituito da nuove forme di aggregazioni, solide e costruttive.
L’impegno dei cattolici ispirati realmente alla Dottrina sociale della Chiesa, alla luce di quanto accaduto negli ultimi 25 anni e di quanto sta accadendo in questi giorni, non è reso necessario da una visione nostalgica o dall’illusione di replicare esperienze politiche ed istituzionali che stanno ormai alle nostre spalle.
C’è invece la consapevolezza che, oggi, i cattolici debbono impegnarsi soprattutto per far riscoprire a tutti la necessità di tornare ai principi della solidarietà, alla valorizzazione della persona, che non è solo un consumatore, e della famiglia, che non è solo una componente economica della società, ma un nucleo vitale per il futuro di ogni consesso umano.
I cattolici democratici, ancora una volta, superati i rischi venuti per decenni da visioni disumane, come quelle del fascismo e del comunismo, sono chiamati nuovamente a portare un contributo decisivo nell’andare oltre ogni visione parziale ed egoistica.
Anche quella voluta da un liberismo sfrenato che ha rischiato di collocare il mondo sull’orlo del baratro finanziario e produttivo, disarticolato la società, in cui i poveri sono diventati ancora più poveri, ed intaccato persino quel ceto medio ed i gruppi sociali intermedi sulla cui partecipazione al processo democratico ed economico si sono basati oltre 70 anni di pace e la crescita assicurate al Vecchio continente, adesso allargato fino ai confini con la Russia.
Oggi , sono imposti nuovi modelli esistenziali che puntano sull’individualismo incontrollato, sulla deresponsabilizzazione privata e pubblica.
Sul piano politico parlamentare appaiono vincenti nuove forze. Soprattutto quelle, come il Movimento dei Cinque Stelle e la Lega, espressione di una reazione popolare diffusa a scelte ottuse e vessatorie a danno della maggior parte della popolazione; quella costituita da chi è legato al mero reddito da lavoro o da pensione e da una imprenditoria medio piccola che necessita di un’attenzione mancata sul piano fiscale, di un moderno sostegno all’innovazione e all’internazionalizzazione e della riorganizzazione dello Stato.
Non è sufficiente bollare questi fenomeni come “ populismo” per rispondere alle attese degli elettori che sostengono Di Maio e Salvini, anche se molti degli slogan di Lega e Cinque stelle sono basati su proposte approssimative e tutte da verificare. Per non parlare delle “ girovolte” di Salvini che dalla secessione è passato ora a proporre un nazionalismo alla Le Pen figlia.
Come ricordano padre Cavalcoli e Persichetti, le visioni del Movimento fondato da Beppe Grillo sulla democrazia “ telematica” non possono non far riflettere sui rischi incombenti per la nostra già fragile democrazia perché ne prefigurano un modello “ verticistico”, al di là della tanto proclamata partecipazione del popolo del web. I numeri delle “ primarie” o delle “ parlamentarie” parlano chiaro. I primi comportamenti di Di Maio gettano ulteriore ombre in tal senso.
Così, lo scambio di riflessioni tra i nostri due amici non deve essere considerato come delle considerazioni di scuola, in una prospettiva del tutto teorica. Bensì, come un’analisi puntuale sugli sbocchi possibili di un metodo che, al di là delle intenzioni di milioni e milioni di elettori dei Cinque stelle, può portare ad una gestione della cosa pubblica decisa da pochi, sulla base di decisioni assunte con il metodo plebiscitario.
Tutto ciò fa il paio con la puntuale e condivisa critica di Carmelo Rinaudo al professore Francesco D’Agostino.
Devo confessare che per prima ho letto la risposta di Rinaudo. La cosa mi ha portato ad una diretta verifica del testo originale, così assurde mi apparivano le tesi sostenute dal professor D’Agostino, che non è certo il primo venuto nel mondo cattolico.
Eppure, è scritto proprio che i cattolici “ non devono più sentirsi impegnati a dare ai valori concretezza normativa (questo compito va lasciato ai politici ‘di professione’), ma devono agire per dare concretezza valoriale alle norme (è questo, ad esempio, il grande problema che si pone per le nuove leggi sulle convivenze e sul ‘fine vita’). È un compito difficilissimo, ma necessario. Ed è, a mio parere, il compito verso il quale papa Francesco, con pazienza e perseveranza, sta orientando la Chiesa”.
Tradotto significa: i cattolici non devono partecipare alla formulazione delle leggi. Tradotto ancora: i cattolici sono stati espulsi dalla realtà politica parlamentare e, quindi, delle leggi curino i valori che stanno loro a cuore; per il resto si arrangino. Il professor D’Agostino pensa che in questa direzione si stia muovendo anche papa Francesco che, invece, non ha mancato di dire la sua sui “ politici di professione”. Io sono proprio d’accordo con Carmelo Rinaudo e non la penso come il professor D’Agostino.
E’ nelle orecchie di tutti, inoltre, l’invito dell’attuale Pontefice a partecipare alla politica con la “ P” maiuscola che, per l’educazione per me ricevuta, da santi uomini di Chiesa, come don Roberto Angeli, porta all’impegno politico attivo che non significa, di per sé partitico, ma esclude pure il disimpegno totale affidando me, i miei cari, i miei concittadini alle decisioni altrui. Anche il cardinal Bassetti si sta spendendo pubblicamente in una direzione del tutto diversa. Ulteriore segno che non dobbiamo disperare sul fatto che nella Chiesa sia ancora viva l’attenzione alla Dottrina sociale.
Resta il problema, semmai, del percorso da individuare e le forme con cui coinvolgersi attivamente e rendere vivo e proficuo il dovere di cogliere il segno dei tempi. Questo, però, è cosa diversa.
Non credo si giustifichi, così, lo sbocco logico e concreto immediatamente dietro il pensiero del professor D’Agostino e cioè il disimpegno dal pubblico dei cattolici. Molto simile a quello precedente al 15 maggio 1891, allorquando Leone XIII promulgò la sua Rerum Novarum destinata, invece, a cambiare il corso dei cattolici di tutto il mondo nei secoli a venire disegnando un modo vivo per portare il Vangelo nella cosa pubblica. I tanti fallimenti nel fare ciò non giustificano il disimpegno.
Un’ultima notazione prima di lasciare ai nostri lettori il carteggio Cavalcoli Persichetti. Al fine di evitare ogni possibile equivoco da parte di quanti non hanno familiarità con queste tematiche, deve essere ricordato che con il termine “ modernismo” ci si intende riferire ad una precisa corrente filosofica di fine ‘800, inizi ‘900, ma che ha continuato ad essere attiva, e lo è tuttora, caratterizzata da un pensiero soggettivista il cui immediato sbocco consiste nell’agnosticismo e lo scetticismo oltre che il ritenere che la realtà e la “ verità” discendano dall’uomo e non dalla natura e dalle verità rivelate. Questa precisazione mi sembra importante per quanti possono, più o meno in buona fede, portare a ridurre il termine ad antimodernità ed ostilità preconcetta verso tutto quello che è legato all’evoluzione del cammino umano. Cosa abbondantemente chiarita con gli interventi del Concilio Vaticano II ed i papi che si sono succeduti negli ultimi 60 anni, tutti aperti al mondo ed alle positive novità introdotte nel tempo a favore della persona e del bene comune.
Giancarlo Infante
Segue lo scambio tra padre Giovanni Cavalcoli ed Emilio Persichetti
Introduzione
Il prolungarsi della crisi di governo e la difficoltà inspiegabile a formare un governo di cui il Paese ha così grande bisogno in temi di crisi come questi, ha generato confusione ed incertezza nell’opinione pubblica, la quale non riesce a darsi una spiegazione e farsi una ragione di quanto sta accadendo.
Le responso delle urne ha dato un chiaro primato alla Lega e a 5Stelle, come a dire che gli Italiani hanno voluto la sostituzione di un centrodestra al precedente centrosinistra. Eppure i vincitori, Salvini e Di Maio, anziché concentrare l’attenzione sui loro punti in comune sui quali il Paese non può attendere, tirati da varie parti e guardando in diverse direzioni, sembrano indecisi e disorientati, e non riescono a raccogliere, come dovrebbero, attorno a sè le forze politiche che hanno vinto le elezioni.
L’enigma che sta affiorando e su cui tutti sono ormai chiamati a confrontarsi è la natura, l’essenza culturale e ideale e dunque il ruolo, la strategia della novità, che queste elezioni hanno consacrato nello scenario politico italiano: il movimento 5 stelle.
Abbiamo ritenuto che potesse essere un contributo importante e significativo per dare una spiegazione approfondita sebbene non esaustiva al tema, il rendere nota una parte del carteggio intercorso tra il nostro socio fondatore Emilio Persichetti e Padre Giovanni Cavalcoli O.P., il quale ne ha consentito la pubblicazione.
Ringraziamo i due autori auspicando la apertura di un dibattito e l’offerta di contributi ed approfondimenti da parte dei nostri lettori, quale premessa di un Convegno filosofico e teologico ormai indifferibile sugli importanti ed ineludibili temi portati alla luce dal carteggio (parziale) che oggi offriamo in lettura.
Dalla lettera di P. Cavalcoli a Emilio Persichetti del 10 Marzo 2018
“Per quanto riguarda Grillo, il problema è molto difficile, perché, come è noto, Grillo rappresenta le idee gnostiche di Gianroberto Casaleggio, seguace del famoso New Age, che è un movimento religioso sincretistico ed esoterico di origine americana, nato negli anni ’60 del secolo scorso, che trae radici da varie fonti, tra le quali le più serie, a parte molte stranezze, sono l’antroposofia di Rudolf Steiner (1861) e la teosofia di Helena Blavatsky (1831-1931), legate al misticismo orientale e presenti tra le sorgenti delle dottrine del nazismo[1].
Al riguardo, appare allora quanto mai opportuna la recente Lettera “Deo placuit” della CDF, che condanna, insieme col neopelagianesimo, il neognosticismo, concezione filosofica assai vicina New Age, che però, come ogni filosofia, ha un’applicazione nella politica.
Nel caso dello gnosticismo, come spiego in un mio articolo, che sarà pubblicato in isoladipatmos, la sua applicazione politica è il partito di Grillo. A New Age, in area cristiana, corrisponde il rahnerismo e il protestantesimo liberale (Bultmann, Schleiermacher, Bonhöffer, Cox, Robinson, Tillich, Van Buren).
La Lettera denuncia la presenza nella Chiesa e quindi nella società – donde il possibile aggancio politico – di una tendenza conservatrice “pelagiana”, che potremmo chiamare di “destra” e di una contrapposta linea “gnostica”, panteista, progressista o di sinistra. Non è difficile riconoscere in campo ecclesiale i lefevriani nella prima corrente e i modernisti nella seconda.
Tuttavia, si può riconoscere anche un pelagianismo di sinistra e uno gnosticismo di destra. Il primo può essere collegato al marxismo dell’uomo prometeico, il secondo con la massoneria esoterica del Dio umano (Fichte, Guénon Steiner, Blavatsy). Quindi Grillo sembrerebbe collegare destra e sinistra, pelagianismo e gnosticismo, panteismo ed ateismo, dove si vede che la radice comune è Hegel. In entrambi i casi, siamo di fronte ad un progetto politico, che non si esaurisce nella politica, ossia nella semplice conduzione degli affari pubblici, ma, stando alla visione cosmica ed escatologica di Gianroberto Casaleggio, guru di Grillo, il M5S propone ed annuncia un futuro umanesimo universale telematico, al di sopra di tutte le religioni ormai abolite, nel quale l’uomo sarà Dio: “L’uomo è Dio. È ovunque, è tutti, conosce tutto»[2].
Ciò significa che mai come oggi il politico cattolico è chiamato a testimoniare la bontà, la giustizia e la provvidenza divina nella società, confrontandosi con un umanesimo prometeico, che, come dice la Deo placuit, è centrato su se stesso e, sia pelagianesimo o sia gnosticismo, vuole edificare una società o mettendosi pelagianamente al posto di Dio o pretendendo gnosticamente di essere Dio che appare empiricamente come uomo.
Il M5S presenterà il programma politico che tanti cittadini italiani hanno approvato e condiviso. I cattolici sono chiamati ad accettare la sfida mostrando di essere in possesso di un programma migliore, anche se votato da un ben minor numero di elettori. Ma non importa. Il cattolico, come ho ripetuto tante volte, è il fermento nella pasta. E di fermento ne basta poco: basta che sia buono.
La cosa che stupisce, ma che non è a mio avviso priva di significato, è che la Deo placuit è uscita proprio nell’imminenza delle elezioni: quasi un avvertimento della Chiesa a fare attenzione a Grillo, non certo per spaventarsi, né per distruggerlo, ma per sfidarlo cavallerescamente, come si conviene nell’agone politico di un paese democratico e civile come l’Italia. Non c’è da dubitare che molti cattolici abbiano votato per lui, attratti dalle sue promesse e dai suoi argomenti.
Essi non si accorgono o non tengono conto dello sfondo gnostico-esoterico del partito, che non viene rivelato nella propaganda politica. Questa tendenza esoterica si ritrova anche nella massoneria. Ma occorre che i cattolici stiano in guardia da questo sottofondo e lo confutino. Tale confutazione in politica può avvenire con la proposta di una linea politica migliore ed alternativa. In politica la confutazione degli errori dottrinali avviene con i fatti e non con le argomentazioni dottrinali.
Il partito di Grillo si può qualificare di destra, in quanto è spiritualista ed esoterico, tendente al panteismo; tuttavia si tratta di una destra populista progressista e in ciò si avvicina alla sinistra. Per questo Di Maio oscilla tra Berlusconi e Renzi. Ma deve decidersi.
Questi sono alcuni miei modesti pareri e suggerimenti”
Dalla risposta a P. Cavalcoli del giorno 17 Marzo ad Emilio Persichetti
“L’analisi sulla natura pelagiana e gnostica insieme del movimento di Grillo che Lei fa nella sua lettera è assolutamente corretta ed anche molto originale, ma parziale. Il progetto di un ‘futuro umanesimo universale telematico’ – perché di questo si tratta – ha come presupposto e insieme sbocco naturale ed inevitabile, non tanto e non solo una società senza religioni ormai abolite, ma una struttura politica oligarchica ed autoritaria. Una società guidata da pochissimi detentori delle chiavi del sistema telematico universale, i quali poi saranno – come già sono -, alleati o forse dipendenti dai pochissimi detentori della esorbitante ed immorale ricchezza finanziaria globale. Nella sua forza arrogante e smisurata, questa oligarchia ristretta e rigorosamente atea, tenderà con tutte le sue forze a formare e quindi indirizzare intere società modellando, attraverso un mix di induzione e coazione, culture, gusti, stili di vita, e mode. In tal maniera si sforzerà in ogni modo di generare attorno a sé e per sé consenso e stabilità politica.
Quel che successe durante il caso Moro potrebbe essere stato nulla rispetto a quello che potremmo essere costretti a vedere e che in qualche modo abbiamo iniziato a vedere. Allora i potenti del tempo attraverso la grande stampa, i politici pavidi, i poteri istituzionali, gli apparati militari, economici e finanziari che controllavano, da un giorno all’altro provarono a convincerci che Moro era pazzo, che le lettere che scriveva non erano moralmente a lui ascrivibili e che la non trattativa era l’unico modo di salvare il paese. Ed invece era vero esattamente il contrario. E nessuno mosse un dito. Noi invece che conoscevamo chi era quello che scriveva e capivamo quello che scriveva comprendemmo bene ma dovemmo subire.
Oggi mi pare di rivivere la stessa situazione di allora. Dovremmo credere che i 5 stelle sono il futuro ed anche il giusto e l’unica strada per salvare il paese. E dunque dovremmo assistere nel silenzio ad un crescendo di delegittimazione delle Istituzioni e dei valori fondamentali che le governano. E così tra uno sbadiglio e l’altro non si da peso, anzi si apprezzano quei deputati che trasformano con i loro cartelli il Parlamento in una curva da stadio. E non si valuta in modo corretto la sostanza delle ‘parlamentarie’ per scegliere – rectius cooptare – i candidati. Né si analizzano con qualche rilievo critico la volatilità, volubilità e mobilità delle opinioni e delle linee politiche che vengono imposte in quel partito.
Dalla lettera di P. Cavalcoli ad Emilio Persichetti del giorno 27 Marzo 2018
In Casaleggio e Marx, l’ateismo non comporta il rifiuto del concetto di Dio, ma è semplicemente il rifiuto di intendere Dio come il vero Dio reale, al di sopra dell’uomo Legislatore dell’uomo, come nella Bibbia ed in generale nelle religioni.
Il che vuol dire che l’attributo della divinità non è assegnato al Dio Biblico trascendente, ma all’uomo collettivo, come già in Rousseau, ossia come “volontà popolare”, per cui l’uomo non ha da obbedire ad un Dio trascendente, ma solo a se stesso, perché l’uomo è Dio. Di fatti Dio è legge a sé stesso. Ma se l’uomo è Dio, è chiaro che l’uomo è legge a sé stesso.
Rousseau, per la verità, ammetteva l’esistenza di Dio, ma allo stesso modo della massoneria. Infatti, il Dio massonico non è un Dio legislatore, come il Dio biblico, ma è semplicemente ordinatore dell’Universo ( G.A.D.U.).
Il che vuol dire che è un Dio che non comanda all’uomo, sì che l’uomo debba rendere conto a Lui del suo operato, ma è un Dio che semplicemente ratifica ciò che l’uomo decide. E’ un Dio-notaio. In fondo è anche il Dio-Ideale-della-Ragione di Kant. Da qui il misericordismo rahneriano del Dio che non castiga, già presente nel concetto luterano della “giustificazione” (pecca fortiter et crede firmius).
Da qui il principio illuministico-massonico della “tolleranza”, che riappare in Pannella e nella Bonino: “vuoi trasgredire la legge? Non preoccuparti, tanto non sarai punito. Dio è buono e perdona”. Quindi, in tal senso la massoneria è implicitamente atea. Un Dio che non legifera e non castiga che Dio è?
Quanto alla differenza tra l’ateismo di Casaleggio da quello di Marx, essa sta nel fatto che quello marxiano ha origine nell’idealismo di Fichte dell’io che pone (setzt) se stesso nell’agire, quindi è un ateismo della prassi: l’uomo pone il proprio essere mediante il lavoro e la lotta di classe. Invece l’ateismo di Casaleggio è l’uomo che, grazie alla gnosi esoterica ed iniziatica, prende coscienza della propria divinità, per cui imposta la politica non secondo il progetto marxiano di costruire una umanità della Prassi, ma un’umanità della Conoscenza telematica unificata universale e tale per cui l’Umanità divina, sotto l’egida dell’ONU, riunita in un unico Stato-Tutto, cosciente di se stessa, pacificata e finalmente liberata dalla superstizione, superate le ristrettezze della democrazia e governata da una ristrettissima élite di illuminati, fruisce in ogni uomo della Scienza suprema e globale (gnosi), al di sopra delle divisioni tra i partiti e dei contrasti tra le religioni.”
Dalla risposta di Emilio Persichetti del giorno 1 Aprile 2018
“Circa le considerazione che Lei mi rappresenta sulla natura e sulla matrice filosofica ultima del movimento 5 stelle, esse mi trovano totalmente d’accordo. Osservo che le cose nella realtà concreta delle vicende umane, vanno esattamente nel senso immaginato e intuito e descritto dai filosofi e dai teologi più avveduti.
Il nuovo regolamento del gruppo parlamentare di quel partito, dà tutto il potere al leader che poi diventa inamovibile. Sotto i cieli del movimento 5 stelle il divieto di vincolo di mandato, il quale peraltro è costituzionalmente garantito, è stato cancellato con un semplice colpo di spugna. Ed ancora: la prassi parlamentare che voleva che i questori fossero divisi tra maggioranza e minoranza per garantire un’equilibrata e corretta gestione del palazzo egualmente cancellata. Piccoli colpi di piccone – è vero – ma in vista della spallata finale al sistema parlamentare rappresentativo, che deve cedere il posto all’onnipotenza della piattaforma ed alla ragione telematica universale.
Ora ci sarà la lite furiosa sul governo e sulle poltrone da spartirsi. …. Al suo termine ci sarà una seconda lite furiosa, più lunga e strisciante, perchè il movimento 5 stelle non rinuncerà ad essere opposizione di fatto per conquistare sempre più voti dagli scontenti, logorando l’avversario. Il gruppo massonico che controlla la piattaforma Rousseau permetterà solo l’accordo per una nuova riforma elettorale. Essa sarà scritta in modo strettamente maggioritario. Sarà scritta cioè in un modo tale che in caso di vittoria la piattaforma digitale possa governare da sola e per sempre, dando appunto la spallata finale al sistema rappresentativo … Questo è il timore vero che aleggia tra coloro che sono adusi a riflettere e studiare le cose in profondità.
Nota finale di P.Cavalcoli
In occasione della recente commemorazione della vittoria elettorale della Democrazia Cristiana sul Partito Comunista nel 1948, il Card.Bassetti ha elogiato la grande figura di Alcide De Gasperi. Oggi i cattolici impegnati nella politica non hanno potuto vantare il successo elettorale del 1948, ma sono ugualmente chiamati, come “luce del mondo” e ”sale della terra”, e quale evangelico fermento nella pasta, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, a mostrare alla nostra società politica, oggi come allora, che occorre scegliere tra un umanesimo nel quale, come ci ricorda S.Agostino, l’”amor sui giunge al “contemptum Dei” e quello nel quale l’”amor Dei giunge al “contemptum sui” (De Civitate Dei, XIV, c.28).
P.Giovanni Cavalcoli,OP
Varazze, 20 aprile 2018
[1] Cf Eric Kurlander, I mostri di Hitler, Mondadori Editore, Milano 2018.
[2] Dal blog fromdoctopf.com, “Casaleggio, il guru che promette un futuro dove l’Uomo sarà dio e Grillo il nuovo Gesù Cristo”, servizio di Francesco Amicone del 1 marzo 2018.