Ha ragione Emilio Persichetti: sempre più prende corpo il progetto per la creazione di un nuovo soggetto di cattolici impegnati in politica ( CLICCA QUA ).

Una entità dalla forte connotazione identitaria e, sulla base dell’autentica e completa adesione alla Dottrina sociale della Chiesa , animata da uno spirito di servizio per il bene comune,   prima che da  una prospettiva di acquisizione di potere.

Un partito di “ annuncio” e di “scopo” , dunque, ma anche di programma. Capace di sollecitare e rafforzare un  forte legame con i territori ed ovunque sia possibile sviluppare la capacità di conoscenza, elaborazione e proposta nel  rispondere ai reali problemi della gente in coerenza con i nostri principi ispiratori. I territori, dunque, devono  essere intesi oltre la loro entità geografica e riguardare le nuove dimensioni offerte dallo sviluppo tecnologico e dalle realtà autonomamente organizzate nella società odierna.

E’ doveroso precisare che il  sottolineare con forza i nostri punti di riferimento non significa integralismo e chiusura preconcetta verso le istanze degli altri.

Siamo convinti, invece,  che solo la coerenza nel  richiamarsi ad essi  rafforzi la capacità leale di dialogo e di collaborazione con tutte quelle  forze  interessate a porre un’analoga attenzione alla persona, alle sue esigenze, alle sue debolezze  e criticità.

La conferma che i tempi sono maturi per la ripresa di un cammino in direzione di una nuova prospettiva può essere colta, a mio avviso, anche grazie ad alcuni fatti ed autorevoli interventi di questi giorni.

A  Loppiano, ospiti del Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti, testimonianza  concreta del grande lavoro fatto nel corso degli anni dagli amici focolarini e dall’Università Sophia, si è riunito un gruppo di cattolici convinti della possibilità di procedere alla definizione di un progetto complessivo in  forte discontinuità con le politiche economiche del recente passato e  in grado di mettere al centro della necessaria ed indispensabile ripresa  il lavoro, l’impresa, l’innovazione e la ricerca, la collaborazione di pubblico, privato e terzo settore.

L’incontro, partito dalle due relazioni introduttive dei  professori Stefano Zamagni e Geremia  Gios, si è rivelato utile anche alla individuazione di un metodo e della qualità di un nuovo soggetto politico capace di presentarsi  come lo strumento attraverso cui i cattolici democratici  svolgano una funzione di servizio e di ricostruzione, anche sociale e culturale.

Da monsignor Gastone Simoni sono venute in varie occasioni parole chiare, mi pare ampiamente condivise: costruire in piena autonomia un percorso politico senza però farsi irretire dalle sirene di natura elettorale che giungono sia da destra, sia da sinistra. L’autonomia di pensiero e di azione non significa perdere la disponibilità al confronto con tutte le persone  e con tutte le forze politiche animate dalla buona volontà di  operare a favore della gente e della intera società italiana. Una società assolutamente  bisognosa di ritrovare fondamentali occasioni di convergenza e collaborazione.

La forte caratterizzazione identitaria ed autonoma non significa del resto né integralismo, né inanità politica, ma piena consapevolezza che il Paese necessita  della riproposizione delle più alte ed aggiornate proposte presenti nella Dottrina sociale della Chiesa.

Questo è stato ricordato anche da Gianni Fontana, impegnato nella ricostruzione della Democrazia cristiana e, al tempo stesso, aperto alla collaborazione con tutti coloro che vogliono marcare una fase nuova nella presenza dei cattolici in politica. Gianni Fontana ha ribadito con chiarezza che questa  presenza deve essere concepita sul  piano dell’autonomia, anche in vista del prossimo impegno elettorale.

Un piano verso cui Giuseppe De Mita ha indirizzato la proposta di dare vita ad un movimento di più forze e più persone le quali,  partendo dalla  prossima scadenza del rinnovo del Parlamento, abbiano l’intenzione dichiarata  di dare vita ad una  nuova forza  politica e, quindi, concepiscano la partecipazione alle elezioni non come un punto di arrivo, bensì di “ un ricominciare”; un nuovo punto di partenza.

Ci troviamo, dunque, in presenza di una piena consonanza di opinione e sensibilità con l’ispirazione che ha portato alla creazione di Convergenza Cristiana 3.0 che non ha mai preteso di essere “ il partito”, bensì di porsi come uno stimolo per la creazione di un nuovo soggetto politico in cui vedere realizzarsi la convergenza più ampia possibile di cattolici e di persone ragionevoli, comunque interessate alle sorti del Paese.

Si tratta, ora, di ribadire ancora una volta alcuni punti su cui è giocata la credibilità di questo affascinante ed impegnativo  progetto che,  a mio avviso, – in questa fase, – deve riguardare la messa a fuoco definitiva di alcuni punti cruciali:

  • dare vita ad soggetto politico di cristiani che, da laici consapevoli, rivendicano il dovere di impegnarsi per il bene comune secondo l’insegnamento di Paolo VI per il quale la politica si configura come la forma più alta di carità sociale
  • si tratta di dare sostanza ad una presenza utile al superamento  delle linee liberiste che hanno caratterizzato la politica economica e sociale dell’Europa e dell’Italia degli ultimi decenni. E’ necessario  giungere, infatti,  ad  una particolare attenzione all’impoverimento dei ceti medi ed all’aggravarsi delle condizioni dei gruppi sociali più deboli
  • definire una politica fiscale che aiuti l’azione delle imprese, soprattutto le piccole e medie, rilanci il lavoro, ricollochi anche il Mezzogiorno sulla linea dell’orizzonte dello sviluppo del Paese
  • collaborare con tutti quei settori della società e del mondo della cultura che avvertono la necessità della ricostruzione della scuola e dei processi formativi il cui appannamento ha contribuito anche ai processi di disgregazione sociale in corso
  • impegnarsi per una nuova politica europea. Non solo per una più adeguata risposta ai problemi economici nazionali, su cui si articola gran parte della polemica verso Bruxelles e la Germania, ma anche in considerazione delle importanti  dinamiche internazionali in  atto in realtà come quelle mediterranee e del Golfo persico. La pace è a rischio e l’impegno europeo per una sua difesa deve essere massimo.

E’ possibile tutto ciò? Stiamo sognando l’impossibile nell’onirico politico?

All’inizio di questo percorso avevamo chiesto a tutti di fare un passo indietro per poter fare tutti un passo avanti. Un passo indietro richiesto soprattutto a quegli amici che negli ultimi anni hanno pensato utile, necessario  ed opportuno accettare la logica del bipartitismo e delle dinamiche contrapposte della destra e della sinistra.

Così come l’abbiamo chiesto a quegli amici che  hanno dato vita ad una miriade di partitini ed associazioni d’ispirazione cristiana poco disponibili alla collaborazione perché convinti di meglio indicare e seguire la via, se percorsa da soli.

Oggi,  alla vigilia di un possibile scatto essenziale da parte di quei cattolici determinati ad impegnarsi  lungo  un particolare versante della carità questo appello è più che mai necessario . E ad esso  deve, dunque,  aggiungersi  l’appello alla generosità  seguendo l’insegnamento irrinunciabile: ” Io sono tra voi come colui che serve…”

Giancarlo Infante

 

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