Come previsto, le elezioni del 4 Marzo hanno premiato i partiti capaci di intercettare il malcontento e il desiderio di radicale inversione di rotta, cioè Lega e Cinque Stelle. Al contempo hanno ridimensionato le forze prive di proposta e ritenute responsabili in qualche modo della situazione di grave disagio del Paese: Partito Democratico, Forza Italia e – more solito – i cattolici protagonisti della “ immorale” diaspora.
Come poi previsto (CLICCA QUI) la crisi di governo ha visto un furioso corpo a corpo a tre: Lega, Cinque Stelle e Presidenza della Repubblica.
Il risultato, anch’esso ampiamente prevedibile: la consueta irrilevanza dei cattolici ed il mediocre e confuso “contratto”, banale contenitore di un semplice accordo di potere tra Cinque Stelle e Lega, in vista dello scontro finale per la conquista della agognata premiership in solitaria.
Ora, però, i nodi cominciano a venire al pettine e, con essi, l’ombra della debacle del partito di Grillo. Non sono solo i trend negativi delle amministrative che stanno lì a dircelo. Né la sterilità inevitabile di chi propostosi per anni come forza antisistema è poi chiamato, ed all’improvviso, a gestire e modificare quel sistema, quasi fosse sufficiente il cambio di slogan: da “onestà, onestà” a lo “Stato siamo noi”.
No: è l’intera impalcatura penta stellata che comincia a franare sotto i colpi di maglio della verità imposta dalla vicenda dello stadio romano. Qui lo scandalo non sta nel maxi sconto ottenuto, non si sa in cambio di cosa dalla cancellazione di essenziali e costosissime opere di urbanizzazione, quali sono i ponti e ferrovie, ma nella nomina in posti chiave, e con poteri spropositati, di perfetti sconosciuti.
Torna allora in evidenza un sistema nel quale per essere eletti occorre firmare un contratto con una società privata, obbligandosi con esso a nominare chi quella società esige, l’avvocato Lanzalone nel nostro caso. E questo è lo scandalo ”Raggi“; cioè di un sistema di potere opaco ed occulto gestito da vertici ignoti. Profetiche le valutazioni di filosofi e teologi illuminati così come emergere nel carteggio che ho intrattenuto con padre Cavalcoli ed al quale rinvio (CLICCA QUI).
Più solide ed incisive le linee politiche portate avanti dalla Lega e con esse le prospettive politiche di quel partito. Poche parole d’ordine e di grande effetto: no ad immigrazione indiscriminata, sicurezza, Italia first, no alla prepotenza europea e via dicendo.
Garantito il successo a medio e breve termine e la vittoria nella sfida all’OK Corral per la agognata Premiership.
Ma la Lega non appare attrezzata intellettualmente e politicamente per ricostruire un paese devastato da 10 anni di recessione e destrutturazione selvaggia, imposta e poi sofferta dalla indiscriminata svalutazione.
E’ più che probabile che, alla fine, la Lega inglobi tutta la destra, compresa la Forza Italia di Toti, creando un vasto blocco clerico moderato e conservatore. E’ più che probabile che una vasta parte del mondo cattolico si rivolga con simpatia e cerchi rifugio in questo blocco moderato destinato così a divenire blocco “clerico moderato”. Ma è certo da quel blocco non si può sperare o aspettare il risorgere dell’Italia all’interno di una nuova Europa solidale e sussidiaria che è ormai indilazionabile costruire.
Voglio qui riprendere la bellissima frase del Cardinal Bassetti che faccio integralmente mia “ questo è un tempo in cui occorre ricostruire la speranza, ricucire il paese, pacificare la società” ( Discorso alla Plenaria Cei 22 Maggio 2018). Ed allora la domanda è: è possibile realizzare tutto questo con il blocco moderato che si profila all’orizzonte quand’anche vincesse la sfida all’OK Corral per la Premiership?
Io dico molto semplicemente: no!
Mai come in questo momento storico dunque l’Italia ha bisogno del cattolicesimo politico e sociale per rimettersi in piedi e ricominciare come sempre nei momenti critici della sua storia. Lo abbiamo detto e scritto al momento della nascita di Convergenza Cristiana 3.0. (CLICCA QUI). E nessuno può negare che oggi si sia aperta una autostrada verso la nascita e l’affermarsi in Italia ed in Europa di un partito fortemente identitario, dalle solide radici cristiane e realmente proiettato verso la solidarietà, la sussidiarietà e la costruzione del bene comune, cementato sui valori ed i parametri fondanti e fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa. Verso la ricostruzione dell’Italia.
I tempi certo, sono stretti. Ed inoltre devono cadere ancora alcune idee strutturali e portanti completamente errate.
L’idea per esempio che i valori cristiani, se persi nel complesso della società civile, possano lievitare ed affermasi. In altra parole l’idea di dover degiuridicizzare la presenza dei cattolici nella società per affermare e far prevalere i valori che sono la sostanza e non la forma del messaggio cristiano. No ! L’onda lunga di una visione idealistica lontana dal realismo tomista e dunque destinata scivolare via come goccia sul vetro della storia. Giustamente, Eleonora Mosti ha scritto che la non evidenza delle idee porta alla loro irrilevanza e dunque alla insignificanza. Il lievito così si trasforma in acqua. Esattamente come accade a chi vuole solo battaglie “dello Spirito”. Spero ed auspico che il pur ottimo Gandolfini riveda velocemente la sua opinione su questo punto decisivo.
Ma oltre il quadro ideale, va messo a fuoco e velocemente il quadro strategico ed il quadro politico delle iniziative da assumere. Il fiume carsico è riemerso certamente nel nostro tempo, ma è riemerso in due braccia tra loro parallele e non comunicanti che vanno dunque riunite: il mondo cattolico nelle sue multiformi espressioni e realtà da un parte ed i grandi ideali e la grande forza morale e politica della Democrazia Cristiana, purtroppo ancora divisa ed anche essa da riunificare, dall’altra.
In questi anni è apparso evidente che il mondo cattolico senza la Democrazia Cristiana è incapace di amalgamarsi ed esprimersi in sintesi, cioè in partito. La dolorosa vicenda del “Family Day” cioè della inincidenza assoluta della mobilitazione di un milione di persone contro la degenerazione della famiglia, sta lì a provarlo. Ma al contempo è anche apparso chiaro che la Democrazia Cristiana senza la spinta unificante e vivificante del mondo cattolico è incapace di incidere, cioè di unificarsi e porre termine alle sue divisioni, in ultima analisi della sua irrilevanza. Se la D. C che si vuole ricostruire deve essere alternativa ed in discontinuità morale e politica alla seconda ma anche alla terza Repubblica, essa non può prescindere dall’apporto vitale del mondo cattolico. La discontinuità radicale con la Democrazia Cristiana della prima Repubblica, sta nell’escludere dalla sua dirigenza nuova quella classe dirigente che trenta anni fa ne ha decreto il suicidio per pavidità ed incapacità. Ma anche e sopratutto nel porre fine allo scandalo della diaspora quasi trentennale alla quale abbiamo dovuto assistere. La nuova D.C per vero ha la grande fortuna ed opportunità di poter essere riunita e riunificata dall’unico vero leader emerso con forza per statura morale ed intellettuale in questi anni di dolorose divisioni e di diaspora: il nostro caro Gianni Fontana. Non si deve perdere o vanificare questa opportunità per la quale siamo tutti lealmente impegnati.
Il mondo cattolico a sua volta deve ricominciare dalle fondamenta. Caduta l’idea di una divisione tra cattolici etici e cattolici sociali del tutto fuorviante, e scivolata via come goccia sul verto della storia l’idea che oggi siamo in tempi nei quali siano sufficienti le sole battaglie “dello Spirito” è giunto il momento di impegnarsi seriamente e con decisione per far fiorire finalmente una vera ed autentica teologia del laicato. E’ da qui che può ricominciare a riprendere vita e finalmente imporsi quella “consecratio mundi” di cui tanto bisogno si avverte e che il Concilio Vaticano II affida ai laici. Anche su questo piano è impegnata Convergenza Cristiana 3.0. Ma questa è un’altra storia. E da lì ripartiremo la prossima volta.
Emilio Persichetti