Convergenza Cristiana 3.0 è nata per proporre un servizio finalizzato ad una organica ricomposizione dei vari soggetti che operano nel sociale e nel politico ispirando il loro agire e le loro finalità alla Dottrina Sociale della Chiesa.

L’obiettivo finale è nella nascita, prima, e nel sostegno, poi, di una entità politica nuova,  con le radici ben piantate e saldate nella storia del cattolicesimo politico italiano ed europeo.

La riuscita di un progetto così alto ed ambizioso è legata alla corretta lettura ed interpretazione di quanto si muove nel profondo della società civile oggi e, quindi, alla proposizioni di adeguate proposte razionali e coerenti con la Dottrina Sociale della Chiesa debitamente riletta ed aggiornata.

Saranno queste proposte dunque la base e la struttura portante del nuovo soggetto che desideriamo contribuire a formare e costruire sulla base di un manifesto che indichi il percorso da intraprendere per avviare  una nuova stagione politica.

Si tratta di definire un  programma politico ed elettorale, ma anche di sintesi culturale e sociale, da focalizzare a partire dai  temi economici attorno cui maggiore sono la confusione e l’incertezza e,  dunque, la crisi e la sofferenza della gente perché la crisi morde, e morde in profondità, e non si vede al momento via di uscita credibile.

Noi partiamo, così, da dodici punti frutto del lavoro e dello sforzo del professor Nino Galloni  e dei giovani studiosi che si raccolgono attorno alla sua persona ed alla sua ricerca.

Il professor Galloni, quale socio fondatore della nostra Associazione, li ha messi a disposizione di Convergenza Cristiana 3.0 ed il Direttivo dell’Associazione ha ritenuto di offrirle a tutti, quale possibile base di discussione e confronto. Soprattutto,  essi vogliono costituire un momento aggregante e funzionale alla catalizzazione ed alla sintesi di tutte le aspettative di quanti operano nel sociale e nel politico richiamandosi alla Dottrina Sociale della Chiesa.

La nostra speranza è di ricevere quanti più contributi ed apporti possibili  da porre a base di un convegno internazionale quale primo passo per la scrittura in bella calligrafia di una nuova pagina della Dottrina Sociale della Chiesa  riletta e riscritta alla luce delle esigenze di oggi e del nuovo che avanza e sovviene.

LAVORO E REDDITO.

È finito il tempo dei proclami sul lavoro e la piena occupazione. Il paradigma seguito fino ad oggi deve essere  capovolto per lasciare spazio alla nuova realtà caratterizzata dall’insufficienza del modello capitalistico a dare risposte adeguate ai bisogni della società.

Occorre, adesso, partire invece dalla piena risposta anche ad altri, impellenti bisogni: ambiente, cura delle persone, recupero e valorizzazione del patrimonio esistente, manutenzione dei beni mobili e immobili pubblici e privati, ricerca scientifica pura e applicata, sviluppo della cultura e della creatività a tutti i livelli.

Il comparto manifatturiero non vedrà una crescita occupazionale mentre quello agricolo rischierà di andare sempre più verso l’autoconsumo e lo sviluppo locale. La produzione di beni immateriali prenderà il sopravvento e, in Italia, occorreranno altri 8 milioni di posti lavorativi per cui bisognerà formare tempestivamente i nuovi occupati. E’ pertanto doverosa una riflessione anche su temi come il reddito di cittadinanza, inclusione o dignità,  che si caratterizzano come misure tampone, provvisorie e di emergenza.

Ciò che conterà nel prossimo futuro – nel quale il mondo è già inserito pienamente – saranno le risposte adeguate che il nuovo sistema economico postcapitalistico (basato sul totale della domanda di beni e servizi della società) saprà dare.

IMPRESA, LIBERA MA SOCIALE

Occorre rivisitare la teoria dell’impresa distinguendo, in primo luogo,  nettamente tra reddito dell’imprenditore – da tassare coi criteri della progressività – e reddito d’impresa il quale va completamente detassato quando esso sia destinato a investimento reale o al rafforzamento finanziario.

Gli imprenditori potranno attribuirsi il proprio reddito, nei limiti del vincolo di bilancio (e su questo pagheranno un’aliquota progressiva, ragionevole, ma continua) e saranno sottoposti ad un controllo da parte di un organismo di autogoverno da essi stessi espresso.

Bisogna lottare per portare le imposte indirette – a parte le esenzioni -ad un’aliquota unica del 10%, iniziando un ripensamento operoso delle accise.

LE BANCHE

Le banche continueranno ad esercitare il credito nell’interesse della produzione, attenuando i criteri di Basilea, ma introducendo controlli di flusso che non consentano la creazione monetaria per le attività speculative, di sostegno ai consumi (escluso l’obiettivo di smaltimento delle scorte), di acquisto di immobili esistenti. Detti controlli,  o tracciabilità dei flussi in base alla funzione, restringeranno la creazione di moneta ai soli casi di incremento dello sviluppo, rendendo, quindi, efficace la pur necessaria reintroduzione della separazione tra credito e finanza.

LE BANCHE PUBBLICHE

Istituzione di banche pubbliche a forte ispirazione internazionale che, a partire dalla Cassa Depositi e Prestiti, guardino sia alle piccole imprese, sia ai grandi progetti di cooperazione continentale e transcontinentale.

DEBITO PUBBLICO

La riduzione del debito pubblico è basata sul mantenimento di bassi tassi di interesse e la continua riduzione della quantità di titoli in mano ai  possessori esteri. Le politiche di “ quantitative easing” della BCE sono state utili in tal senso.

Urge, però,  la formazione di un’agenzia di “ rating” europea o mediterranea, indipendente e seria, diversa da quelle esistenti, le quali, obbedendo ai cosiddetti “ poteri forti”, distorcono la funzione di tali agenzie ed espongono gli Stati ed i risparmiatori privati a soprusi ed errori evidenti.

Il debito pubblico, peraltro, deve continuare a svolgere la sua peculiare funzione di drenaggio del risparmio in eccesso nell’accordo – tra i ricchi e lo Stato – di contenimento dell’alternativo aumento della pressione fiscale.

D’altra parte, il debito è uno stock che va paragonato con gli altri stock come la ricchezza nazionale o il patrimonio pubblico e non solamente con il flusso del Pil. Quest’ultimo, semmai, andrà paragonato al flusso degli interessi sul debito che sarà contenuto sia dal patto tra i ricchi e lo Stato, sia dalla politica monetaria.

LA POLITICA MONETARIA E DI BILANCIO

I Trattati Europei hanno preso in esame la creazione di banconote e monete metalliche a circolazione e corso legale nell’intera eurozona. La moneta statale (biglietti, monete metalliche di altra pezzatura, elettronica) con cui lo Stato stesso ha omesso di esercitare la propria sovranità, però, appartiene ad una categoria del tutto diversa.

Lo Stato potrebbe emettere tanta moneta (non euro, non banconote) quanta ne serve per colmare il fabbisogno che si genera tra spesa e gettito.

In questo modo, il Bilancio dello Stato sarebbe sempre in pareggio, tranne l’eventualità di coprire – con titoli del debito pubblico – una parte del fabbisogno mediante moneta già presente nel sistema.

La doppia circolazione monetaria consentirebbe, allora, alle amministrazioni di affrontare tutte le emergenti necessità sociali e rinviare il difficile dibattito sull’euro.

OCCUPAZIONE

In Italia i dipendenti pubblici sono solo il 5% della popolazione, a differenza del 10% di Francia o del Regno Unito. Ciò spiega alcuni nostri ritardi e la disoccupazione giovanile soprattutto tra i laureati. Coprire un terzo del fabbisogno italiano di dipendenti pubblici significherebbe assumere un milione di giovani laureati attraverso corsi e concorsi . I costi sarebbero di circa 25 miliardi di euro all’anno…una percentuale modesta del nostro Pil o dell’attuale spesa pubblica.

LA SCUOLA

La scuola italiana ha bisogno di urgenti interventi, abbandonando lo sterile schema aziendalistico e riassumendo la primitiva autorevolezza nella formazione dei cittadini. Per questo, le classi andrebbero ridotte ad una decina di allievi, consentendo anche un proficuo decentramento. La modernizzazione culturale richiede l’abbandono della logica individualistica e competitiva per centrare al meglio l’obiettivo opposto dello spirito di squadra e della cooperazione.

IL GRANDE DIMENTICATO : IL MEZZOGIORNO

Vanno rilanciate le grandi potenzialità del nostro Mezzogiorno con una Scuola ed un’Università all’altezza dei compiti, con la socializzazione della ricerca applicata,con  liberalizzazione dei brevetti,     “ know how”, “ copyright” e quant’altro, con la promozione di un turismo capace di legare agricoltura locale, difesa dell’ambiente, recupero di tradizioni ed antichi mestieri, messa a reddito e ristrutturazione del patrimonio artistico, archeologico ed immobiliare esistente.

SANITA’

Va affrontato il tema della sanità per la quale gli obiettivi di profitto debbono venir neutralizzati rispetto a ben più importante principio della cura dei pazienti. Per raggiungere ciò è necessario operare per ottenere maggiori e migliori risorse pubbliche, libertà di scelta, rafforzamento degli organismi di autocontrollo dei medici,  a costo di prevedere carriere separate tra personale sanitario operativo e di controllo.

RIFIUTI ED ENERGIA

E’ assolutamente indispensabile definire ed attuare un piano nazionale per rifiuti ed energia tendendo all’obiettivo di raggiungere la massima economicità, anche con l’utilizzazione di nuova tecnologia e l’introduzione massiccia di apparati ed una rimodulazione organizzativa in grado di portare rapidamente ad un livello di  rifiuti zero, all’efficace recupero di materiali, all’inquinamento zero ed alla produzione di energia pulita.

POLITICA ESTERA

Apertura verso quei Paesi che, a differenza dell’Unione Europea, stanno abbandonando le politiche deflattive caratterizzate dalla priorità assegnata alle esportazioni per privilegiare, invece, lo sviluppo della domanda interna e la sostituzione progressiva del peso delle importazioni. Nel caso italiano ciò significherà assolutamente difendere e sostenere il “ Made in Italy”, ma non esportazioni ottenute grazie ai bassi salari e all’aumento di disoccupazione.

Mantenere la nostra storica alleanza con gli USA, ma aprendoci di più a Cina, Russia, Iran denunciando – anche unilateralmente – tutte le sanzioni che rendono oggettivamente  difficile il dialogo.

Ricostruire per il nostro Paese un ruolo centrale nel Mediterraneo allo scopo di rilanciare le economie africane e mediorientali nell’ambito di un progetto generale di sviluppo senza il quale il tema delle migrazioni non può trovare soluzioni accettabili di alcun tipo.

convergenzacristiana3.0 utilizza i cookies per offrirti un'esperienza di navigazione migliore. Usando il nostro servizio accetti l'impiego di cookie in accordo con la nostra cookie policy Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi