Cari amici,

riscontrando la convocazione del direttivo di Politica Insieme del 31 Agosto e reagendo a quanto accaduto in ultimo periodo ci si domanda se non sia del tutto superfluo e inopportuno lo svolgimento dell’incontro.

Circa lo svolgimento infatti dell’Assemblea Costituente sia nei contenuti che nelle date tutto ormai è stato già comunicato secondo modalità, forme e luoghi del tutto estemporanee ma che per l’importanza della sede e della fonte (non statutaria ma assolutamente autorevole) rendono impossibile o comunque difficile un qualunque cambiamento: resta pertanto la data li indicata per la costituzione del partito dei cattolici da parte di una leadership che tale ha ripetutamente dichiarato non voler essere ma che appare nei fatti più che evidente, e tanto con buona pace della conclamata assenza di leaderismo quale elemento fondante e caratterizzante del nostro iter associativo.

Analogamente in questo periodo si sono sviluppate molteplici iniziative / trattative con Rete Bianca e Costruire Insieme (cofirmatarie del Manifesto e di questo promotori) sempre al di fuori di qualunque logica statutaria e minimamente rispettosa degli organi sociali e soprattutto della tanta auspicata trasparenza tanto che nessuna informazione è stata data suo contenuto e degli esiti diversamente da quanto era stato auspicato dalla scorsa riunione del 30 giugno che aveva individuato nel Direttivo l’organo unicamente decisionale.

Anche in questo caso la gestione dei rapporti è stata affidata in modo totalmente autoreferenziale secondo i più vecchi schemi della vecchia prassi politica, che tuttavia viene “giornalisticamente” rigettata ma attuata puntualmente nei fatti.

Da ciò la completa assenza di qualunque dialettica interna sul presupposto autolegittimante di presunte oscure manovre sabotanti, come se il pensare di realizzare il comune progetto secondo schemi diversi su cui confrontarsi fosse automaticamente un atto ostile. In realtà l’ostilità persiste ma avverso derive leaderistiche, gestioni autoreferenziali e perseguimento di obbiettivi personali, da qualsiasi parte provengano.

Premesso quindi che per l’approvazione del ‘bilancio‘ (presentata come causa motivante l’indifferibilità dell’incontro) basterebbe l’invio di una mail (atteso che trattasi di cifre risibili), riteniamo che la convocazione di un organo che dovrebbe essere ‘direttivo’ ma che direttivo non ha niente sia un atto richiesto “strumentalmente” al mero scopo di una ratifica.

Per quanto in più sedi si sia rilevato che ‘il coordinamento ha mandato –esecutivo- di quanto deciso previamente dal Direttivo’ risulta evidente dai fatti intervenuti che esso ha esorbitato (ancora una volta) il suo ruolo sia definendo la data sia nel gestire a suo modo la relazione con possibili partecipanti alla Iniziativa dell’assemblea costituente. Prova ne è il fatto che il suo leader (più che autorevole ma legittimato e reso portavoce da chi?) ha ritenuto opportuno già comunicare data e soggetto promotore dello stesso.

In ragione di tutto ciò è privo di senso morale chiedere la ‘discussione della proposta in consiglio direttivo’ del tutto esautorato e di fatto svuotato dei più volte dichiarati principi di “gestione comunitaria o leadership diffusa” e tutti i principi di trasparenza che hanno presieduto all’avvio ed elaborazione del Manifesto per la costituzione del futuro partito, in buona pace di tutti coloro che hanno per mesi accusato di dividere e sabotare chi cercava unicamente di dare luogo ai principi dettati da mons.

Simoni

 

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