Intollerabile e pericolosissimo.

Con un emendamento inserito di soppiatto, “alla chetichella”, nell’ultimo decreto Semplificazioni (art. 38) il
Governo ha posto un divieto alle ordinanze dei Sindaci – sinora più di 500 sul territorio nazionale – che
intendono bloccare gli impianti per l’installazione delle antenne del sistema di telecomunicazioni 5G di
ultima generazione di derivazione cinese. Infatti studi scientifici già iniziati e in via di approfondimento
sembrano dimostrare la pericolosità per la salute umana e ambientale del nuovo sistema basato su onde
elettromagnetiche di altissima potenza che possono pregiudicare la salute dei cittadini e possibili eventuali
interazioni con la diffusione dei virus. L’installazione dei pannelli dei 5G, alti pilastri, comporta anche la
distruzione di un gran numero di alberi di alto fusto che disturbano l’irraggiamento delle onde. Questa
mossa dell’Esecutivo da un lato limita con atto autoritario il potere dei Sindaci in materia di prevenzione e
tutela della salute dei cittadini e dall’altro agevola la prosecuzione della politica commerciale avviata con i
contratti sottoscritti con la Cina dal nostro Presidente del Consiglio Conte nella sua prima versione. In tal
modo il Paese al quale sono stati legati i nostri interessi nel campo dello sviluppo informatico e tecnologico
ed al quale è attribuito, per effetto dell’acclarata brutale aggressione dell’habitat naturale, la paternità dei
danni procurati dal covid alla società mondiale, trova ora paradossalmente da noi la giusta ricompensa.
L’Italia grazie a Conte 1 e all’opera dei Grillini è stata la sola Nazione della UE a sottoscrivere accordi con la
Cina per la “Via della seta” nonostante il parere contrario dell’Unione a procedere in via autonoma su tale
percorso.

È urgente contrastare sul nascere questo modo arrogante di esercizio del potere che subordina la salute e
la sicurezza dei cittadini agli interessi commerciali. Fermiamo tale forma di progresso sino a quando non
venga dimostrata la sua innocuità. Ora la nostra società ha bisogno di ben altro per rigenerarsi.

Il Presidente
Carlo Ranucci

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